Santa pazienza. La storia delle donne italiane dal dopoguerra ad oggi by Marta Boneschi

Santa pazienza. La storia delle donne italiane dal dopoguerra ad oggi by Marta Boneschi

autore:Marta Boneschi [Boneschi, Marta]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788855265690
Google: NnJKEAAAQBAJ
editore: Ledizioni
pubblicato: 2021-10-25T22:00:00+00:00


Placato il femminismo e tramontato l’afflato ugualitario, la moda femminile ritorna con vagoni di tacchi a spillo, vitini di vespa, scollature e reggiseni. I sarti si chiamano stilisti e vengono promossi alla qualifica di artisti, concedendo alle donne l’illusione di essere al centro dell’attenzione del mondo, di essere proprio loro a ispirare tale «arte». È un nuovo boom per l’industria, è un nuovo ruolo di consumatrice assidua per le donne, un po’ tutte le donne, alle quali viene offerto il prêt-à-porter a prezzi accessibili. Con lo slogan che «ogni donna può essere bella, ogni donna può essere elegante», l’attenzione femminile viene indirizzata sul lato estetico piuttosto che su quello sostanziale della condizione femminile. Scoppia così la rivolta contro il pauperismo, esplode il modo di vivere televisivo. Il modello al quale ispirarsi non è più la «vera signora» ma la diva della tv, che ha il naso rifatto, la pelle tirata, i capelli color platino. L’«esteriore compostezza» ha fatto il suo tempo, ora è premiata la disinvoltura, l’esibizionismo, il sorriso e la scioltezza di linguaggio.

Questa volta, anzi, la vera signora non si presenta più unica, irripetibile, dotata di uno stile e di una scelta precisa. No, l’eleganza è in versione di massa. Si replicano all’infinito Raffaella Carrà e Mara Venier, le signore americane di Dynasty e Beautiful. Quarant’anni sono passati dal vestito per tutte le stagioni della contadina Grazia, e a metà degli anni Ottanta la normalità è rappresentata da un guardaroba completo per ogni stagione, dalla pelliccia di visone al «capo griffato».

La bellezza non ha affatto cessato di segnare il valore di una donna. Al contrario, essa è diventata un obbligo per tutti, ma particolarmente ed eternamente per le donne. Come scrive l’americana Naomi Wolf, essa è subentrata alla casalinghità come valore femminile: se una volta una donna doveva essere felice tra i suoi cari e in mezzo agli elettrodomestici, ora può e anzi deve essere soddisfatta con l’eleganza, la ginnastica, la cosmetica e la chirurgia.

Quel che un tempo la vera signora portava con sé nella borsetta - un rossetto e un portacipria - si è moltiplicato cento volte in trent’anni. Occorre adesso avere sempre a portata di mano il correttore per le occhiaie, il fondotinta da giorno e quello da sera, il fard, l’ombretto, la crema per il corpo, il gel e la lacca. Un’esigua minoranza di donne ormai ha il coraggio di portare sulla testa il proprio colore di capelli, perché il fascino si costruisce - parola di coiffeur - con un colpetto di tintura: alleggerisce, ringiovanisce, allarga la fronte, solleva il naso, fa sembrare un’altra. Le donne sono pronte a tutto, sono disposte a sottoporsi alla chirurgia estetica, che fino a quarant’anni fa la Chiesa proibiva perché contro natura e che oggi invece viene universalmente approvata. Anzi incentivata, sui modelli assai propagandati delle dive, le quali - non si nota nella fotografia? - portano a spasso quell’eterna giovinezza che costituisce il capitale essenziale della loro professione.

È una spinta interiore, un miscuglio di insicurezza e di frustrazioni, un



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